Antonio Di Napoli (fotografico)
Tipologia Fondo
Data cronica
- 1948 - 1961
Tipologia
- Fondo
Storia istituzionale/Biografia
- Antonio Di Napoli nacque a Barletta il 3 febbraio 1922.
Dopo la licenza liceale frequentò la Facoltà di Lettere a Bari ma non si laureò. Si iscrisse giovanissimo al Partito socialista italiano nel dicembre 1943.
Ricoprì incarichi prima nel Movimento giovanile socialista, del quale fu segretario provinciale dal gennaio 1944 al 1947, poi nella Camera del lavoro di Barletta della quale fu segretario dal 1947 al 1948.
Membro del Comitato direttivo della Federazione di Bari del PSI dal gennaio 1944, si dimise da tutte le cariche nel luglio 1948 per dissensi con la corrente autonomista uscita vincente dal congresso di Genova del giugno 1948. Quando nel maggio 1949 la sinistra di Nenni e Morandi riprese le redini del partito, rientrò nell'Esecutivo della Federazione dal giugno 1949. Nel novembre 1951 fu chiamato a reggere la segreteria provinciale succedendo a Francesco Capacchione; tenne la carica per oltre otto anni fino all'aprile 1960. Nel corso di questo decennio fu eletto più volte nel Comitato centrale (dal quale fu escluso al congresso di Venezia del 1957 per la sua fedeltà all'autonomismo nenniano) e mise in atto un piano di rafforzamento delle sezioni socialiste nella città di Bari e nei comuni della provincia.
Fu inviato come rappresentante della Direzione del partito a Catania per la campagna elettorale regionale del maggio 1955 e a Tempio Pausania nel 1961 per quella della Sardegna.
Fu uno degli artefici dell'elezione del senatore socialista Giuseppe Papalia nel 1958 nel collegio di Bari, città allora a larga maggioranza di centrodestra.
Eletto consigliere per il Comune e la Provincia di Bari nelle elezioni amministrative del 1956, si occupò di problemi amministrativi di Bari sino al 1971. Nel biennio 1964-1966 fu vicesindaco di Bari. Dal 1966 al 1970 ricoprì la carica di assessore ai tributi.
Negli anni '70 e '80 fece parte del Comitato direttivo regionale del PSI e nel biennio 1976-1978 fu vicesegretario regionale. Nel dibattito interno del partito affiancò, a partire dalla fine del 1956, la battaglia autonomista del segretario Pietro Nenni per poi schierarsi all'inizio degli anni Settanta con la linea di De Martino favorevole all'alleanza con il PCI. Fu poi molto critico con la gestione craxiana del PSI.
Nell'ultimo decennio della sua vita si dedicò al movimento cooperativistico e fu dirigente regionale della Lega nazionale delle cooperative e mutue, nella quale ricoprì anche incarichi direttivi nazionali. Il suo campo di interesse particolare fu quello delle cooperative edilizie e del diritto all'abitare
Morì improvvisamente a Grottaglie il 12 settembre 1991.
Contenuto
- Il fondo comprende fotografie digitali relative all'attività politica di Antonio Di Napoli, in particolare la sua partecipazione a riunioni di partito, congressi provinciali e nazionali del PSI, feste dell'Avanti!, comizi elettorali, manifestazioni di partito.
Consistenza rilevata
- Consistenza (testo libero)
- 73 copie digitali di positivi fotografici
Modalità di acquisizione
- Le fotografie, pervenute in copia digitale, sono state donate nel 2009 alla Fondazione Giuseppe Di Vagno dalla vedova di Di Napoli, Luigia Albanese (che ha trattenuto i positivi originali).
Strumenti di ricerca
- Inventario a cura di Leonardo Musci (2025). L'intervento è stato realizzato grazie a un finanziamento della Direzione generale archivi a valere sul capitolo 3121 per gli archivi politici e sindacali (l. 205/2017, art. 1, comma 342) per l'annualità 2025.
Criteri di ordinamento
- Fotografie raggruppate per evento e posizionate in ordine cronologico sulla base della datazione esplicita o presunta.
Criteri di descrizione
- La descrizione sfrutta alcune annotazioni didascaliche pervenute insieme al materiale e opera di Sabino De Nigris che fu a lungo funzionario della Federazione socialista barese e cultore della sua storia; esse sono state verificate, emendate e integrate.
Consultabilità
- Libera nei limiti di quanto disposto dal Codice per i beni culturali e del paesaggio (art. 127) e dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale.