Partito socialista italiano. Federazione provinciale di Brindisi

Tipologia Fondo
Data cronica
1944-1979
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Tipologia

Fondo

Contenuto

L'archivio della Federazione provinciale di Brindisi del Partito socialista italiano abbraccia un arco cronologico molto ampio, dal 1944 al 1979, e contiene, oltre ai documenti prodotti localmente, anche moltissime testimonianze della sede nazionale del Psi utili e significative per studiare l'organizzazione interna del partito, della direzione e dei suoi i protagonisti sia a livello locale che nazionale. Unitamente al carteggio si segnala la presenza di diverso materiale a stampa come opuscoli, manifesti, volantini, giornali e ritagli stampa.

Consistenza rilevata

Consistenza (testo libero)
194 fascicoli (bb. 17)

Storia istituzionale/Biografia

Il Partito socialista italiano, in terra di Brindisi, nasce, dopo la caduta del fascismo, dalla confluenza di due fondamentali filoni di militanza politica e di rappresentanza sociale: da un lato, vi sono alcuni nuclei operai, presenti soprattutto nella cinta industriale del capoluogo e nel settore edilizio, organizzati sindacalmente nella CGIL; dall'altro, vi è una base bracciantile, e in misura più ridotta di contadini coltivatori diretti di poderi di piccole dimensioni, presente soprattutto nei comuni della provincia. A queste figure sociali, che per tutto l'immediato dopoguerra rappresenteranno la base di massa del partito, vanno poi aggiunte alcune figure intellettuali, espressione di una piccola e media borghesia urbana, per lo più proveniente dalle professioni liberali e in misura minore dal pubblico impiego, che però rappresenteranno i primi nuclei dirigenti del Partito.
A Brindisi in particolare, a cavallo degli anni Cinquanta, spiccano le figure di Beniamino Andriani, un operaio che rappresenta anche l'elemento di continuità con la tradizione prefascista del PSI ed al quale fu poi intitolata la stessa Federazione provinciale, e soprattutto quella di Mario Marino Guadalupi, giovane e brillante avvocato, di estradizione borghese, che si impegna da subito nella difesa dei braccianti e dei contadini poveri, finiti sotto processo per l'occupazione delle terre incolte o malcoltivate. Da qui deriverà un crescente consenso popolare, che ben presto metterà radici negli stessi ceti medi cittadini, e che consentirà a Guadalupi di essere eletto in Parlamento in giovane età e quindi di essere più volte confermato, ricoprendo incarichi governativi negli anni del centrosinistra, fino a concludere prematuramente la sua esistenza sui banchi del Consiglio di Stato.
Intanto, attorno al Partito, specie nella città di Brindisi, viene enucleandosi una intera generazione di militanti impegnati e di dirigenti politici, che approderanno ben presto sui banchi delle assisi comunale e provinciale, dapprima come esponenti dell'opposizione alla Democrazia cristiana di Caiati, e quindi come amministratori attivi ed operosi nelle giunte di centrosinistra. Tra questi, ricordiamo i nomi di Errico Ortese, Giuseppe Mongelli, Luigi Capone, Nicola Laforgia, Raffaele Fischetti, Norberto Rolandi, nonché la figura particolarmente suggestiva ed interessante di un vivace ed inquieto intellettuale come Giuseppe Patrono e quello di un giovane ma già eccezionale organizzatore come Ciccio Colucci, poi emigrato a Milano.
Anche in provincia, il Partito si radicò in tempi brevi. In particolare nel nord brindisino, attorno al Psi si strinsero porzioni notevoli del mondo agricolo, specie bracciantile, della classe operaia e del ceto intellettuale cittadino. Tra le molte e significative figure, ricordiamo quelle di Raffaele Bianco, Achille Monopoli, Stefano Palmisano e Ciccio Di Bari a Fasano, di Caroli a Cisternino, di Leo Zappa a San Vito dei Normanni.
Più difficile fu invece la penetrazione del PSI nel sud del brindisino, prevalentemente bracciantile, dove dovette competere con la presenza particolarmente organizzata del PCI, il quale tramite la CGIL esercitò da subito la sua egemonia tra le masse rurali, e dove il Partito ebbe maggiori difficoltà a sfondare tanto sui ceti urbani quanto sui contadini coltivatori diretti, che rappresentavano invece le basi di massa della DC caiatina.

Storia archivistica

Nell'aprile 2003 all'ex direttore dell'Archivio di Stato di Brindisi, dott.ssa Marcella Guadalupi Pomes, venne prospettata la possibilità, tramite il sig. Franco Stasi e l'allora segretario della Federazione provinciale di Brindisi del Partito socialista italiano, Donato De Carolis, di ricevere in deposito volontario i ventidue faldoni di documenti del disciolto PSI. L'iter burocratico, allora avviato, fu portato avanti dal nuovo direttore, dott.ssa Rosanna Savoia, e concluso positivamente grazie alla fattiva collaborazione della Soprintendenza archivistica per la Puglia che nell'aprile 2009 ne dichiarò il notevole interesse storico e concesse l'autorizzazione al deposito.
Nell'aprile 2009 Donato De Carolis aveva dichiarato di voler destinare l'archivio alla Fondazione Giuseppe Di Vagno nell'ambito del suo progetto di Archivio storico del socialismo di Puglia. La Soprintendenza archivistica prese atto delle ragioni storico-culturali addotte e nel dicembre 2009 comunicò all'Archivio di Stato di Brindisi di provvedere al trasferimento dell'archivio in parola che era stato nel frattempo ordinato. Dal marzo 2010 l'archivio è presso la sede della Fondazione Di Vagno.

Strumenti di ricerca

Elenco a cura di Francesca Casamassima (2008).

Criteri di ordinamento

L'ordinamento della documentazione si è rivelato particolarmente laborioso perché le carte erano state raccolte velocemente ed alla rinfusa per recuperarle e salvarle dallo stato di forte trascuratezza e degrado in cui giacevano. Non avendo un titolario di riferimento, è stato compilato un elenco di consistenza analitico sull'unità base dei fascicoli che molto spesso sono stati ricostruiti per singoli argomenti e ordinati cronologicamente; l'inventariazione permetterà, facendo salve le limitazioni previste dalla legge per quel che riguarda le carte di carattere riservato, la valorizzazione e la fruizione di un archivio legato alla coscienza ed alla memoria di un apparato politico, ma anche alla città in cui esso era fortemente radicato e strutturato ed in cui ha attivamente operato.

Consultabilità

Libera nei limiti di quanto disposto dal Codice per i beni culturali e del paesaggio (art. 127) e dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale.

Note

Le buste 18 - 20 contengono monografie a stampa. Si veda l'elenco nel file allegato.

Ente

Persona