Per le nostre attuali e moderate sensibilità può sembrare sorpassato quello che Tommaso Sicolo scrisse nell'ottobre 1982 compilando un questionario sottoposto agli iscritti dal Partito comunista italiano. Alla domanda "Nella tua formazione culturale quali sono stati e quali sono i campi del tuo prevalente interesse?", egli rispose: "La lotta per la liberazione della classe operaia dallo sfruttamento capitalista". Con la sua licenza elementare, la sua grafia altrettanto elementare e qualche sbavatura ortografica mai emendata, Tommaso Sicolo rappresenta "in purezza" l'esemplare di un proletario che ebbe nel sindacato e nel Partito le sue vere istanze formative e che sviluppò nel conflitto sociale grandi capacità di aggregazione e leadership. Esse gli valsero un cursus honorum che lo portò ai massimi vertici regionali e nazionali e per alcuni anni a rappresentare il suo popolo nelle aule del Palamento italiano.
Tommaso Sicolo nacque a Bitonto il 25 luglio 1920 da una famiglia di braccianti agricoli.
Nel 1945, assunto come operaio specializzato presso le Acciaierie e ferriere pugliesi (AFP) di Giovinazzo, si iscrisse subito alla FIOM e si distinse per la sua intensa attività sindacale e politica tanto che nel 1947 divenne membro della Commissione interna di fabbrica ed entrò nel comitato direttivo della Camera del lavoro di Giovinazzo. Nel 1949 fu eletto nel comitato esecutivo della Camera federale del lavoro di Bari. Nel 1950 fu licenziato dalle AFP per aver capeggiato l'occupazione della fabbrica e lo stesso anno fu arrestato per disordini, incarcerato e poi condannato a otto mesi di reclusione. Iniziò allora la sua vita di funzionario e dirigente sindacale e politico, nonché rappresentante popolare nelle assemblee elettive locali.
In una scheda biografica della CGIL scrivono di lui: "Onestà e moralità ottime, intelligenza buona, scarsa cultura generale. Operaio con forte senso di classe, tenace, grande spirito di sacrificio, disciplinato e molto attaccato al lavoro sindacale [...] è un compagno che migliora continuamente le sue conoscenze e capacità, ha delle buone conoscenze generali dei problemi sindacali con attitudini particolari al lavoro d'organizzazione; manca di una preparazione ideologica; politicamente è direttamente preparato. Con un corso generale offre tutte le garanzie di diventare un buon quadro provinciale".
E nella CGIL lavorò negli anni dei forti conflitti agrari divenendo punto di riferimento e stimato dirigente: prima segretario provinciale di Bari dal 1954, poi segretario regionale pugliese fino al 1970 e segretario della Federbraccianti pugliese dal 1962 al 1966. Nel 1969 entrò nel Comitato direttivo nazionale della CGIL.
Nel 1970 lasciò l'incarico nel sindacato e assunse cariche dirigenziali nel Partito (al quale era iscritto dal 1947) diventando segretario della Federazione di Bari, nella cui segreteria sedeva dal 1953. Nel 1975 i vertici del PCI decisero di utilizzarlo nella struttura regionale pugliese e Sicolo divenne membro del Comitato direttivo del Comitato regionale.
Ma già dal 1960 rappresentava il territorio negli organismi nazionali del Partito eletti nei vari congressi: membro della Commissione centrale di controllo fra 1960 e 1962, poi membro del Comitato centrale dal 1969 al 1979, quindi nominato sindaco revisore centrale.
A livello locale fu consigliere comunale a Giovinazzo dal 1952 al 1967; consigliere provinciale di Bari negli anni 1956-1960 e 1964-1969; consigliere comunale a Bari fra 1971 e 1975.
Fu eletto deputato per la VII e VIII legislatura (1976-1983) ricoprendo l'incarico di componente della V Commissione parlamentare Bilancio e partecipazioni statali. Nel 1983 si candidò al Senato per il collegio di Bitonto non riuscendo eletto.
Fu membro del consiglio di amministrazione dell'ospedale consorziale Policlinico di Bari tra 1972 e 1976.
Dedicò infine l'ultimo decennio della sua vita al Sindacato pensionati italiani (SPI) della CGIL dirigendo la struttura regionale e partecipando al Consiglio generale nazionale. Si tratta dell'impegno meglio documentato fra le carte di questo archivio.
Colpito da ischemia cerebrale, morì a Bari il 3 gennaio 1989 all'età di 69 anni.
Storia archivistica
Le carte pervenute alla Fondazione Di Vagno nel 2023 per donazione del figlio Francesco Sicolo riguardano gli ultimi quindici anni (e in massima parte gli ultimi sette) della vita di Tommaso Sicolo e i venti successivi alla sua morte, a testimonianza dell'impegno della famiglia per tenere viva la sua memoria.
La parte più cospicua dell'archivio (fascc. 187, bb. 22, 1951-1986: ma sono poche le carte degli anni Ottanta) è conservata dalla Fondazione Gramsci di Puglia cui pervenne direttamente dal Comitato regionale pugliese del PCI all'inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Altre carte sono depositate presso l'Istituto per la storia dell'antifasci-smo e dell'Italia contemporanea (IPSAIC) ma, stando alla pagina Archivi del sito, risultano "in corso di riordinamento e inventariazione".
Contenuto
Oltre alle carte qui inventariate la Fondazione Giuseppe Di Vagno ha ricevuto da Francesco Sicolo l'archivio fotografico del padre (oltre 400 positivi). Il fondo sarà catalogato nel corso del prossimo anno, ma è già stato interamente digitalizzato.
Sono inoltre pervenuti alcuni documenti su supporto digitale:
- le registrazioni audio di due comizi tenuti da Tommaso Sicolo, a Noicattaro il 1° maggio 1979 per l'inaugurazione del parco intitolato ad Aldo Moro (minuti 41:33) e a Giovinazzo nel giugno 1987 (minuti 32:35);
- un servizio del TGR Puglia su una manifestazione dei pensionati a Bari (29 novembre 1984: la data è stata ricavata consultando l'archivio della "Gazzetta del Mezzogiorno");
- il file pdf del libro di Antonella Pugliese Le ferriere tra gli ulivi. Storia delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi di Giovinazzo (nella seconda edizione contenente in appendice l'opuscolo già edito Il compagno Tommaso Sicolo. Da operaio delle Acciaierie Ferriere Pugliesi di Giovinazzo a Deputato al Parlamento Italiano);
- il pieghevole dell'iniziativa Tommaso Sicolo. Capire il cambiamento (Bari, 16 gennaio 2009).
Consistenza rilevata
Consistenza (testo libero)
fascc. 33 (condizionati in 4 scatole)
Strumenti di ricerca
L'inventario è stato realizzato nell'ottobre 2025 da Leonardo Musci, nell'ambito di un incarico affidato dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921) alla società di servizi archivistici Memoria srl. Il lavoro, svolto utilizzando l'applicativo Archiui, è stato reso possibile da un finanziamento della Direzione generale Archivi del Ministero della cultura alla Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921) a valere sul capitolo di bilancio 3121 (finanziamenti per gli archivi politici e sindacali, l. 205/2017, art. 1, comma 342) per l’annualità 2025.
Criteri di ordinamento
Ho scelto di organizzare il materiale in due serie principali più una contenente i documenti successivi al gennaio 1989. Di fatto tutto è stato ricondotto alle due grandi "case" di Tommaso Sicolo: il Partito comunista italiano e la CGIL. Anche in ragione dell'esiguità del complesso documentario, giustifico in tal modo il posizionamento delle carte prodotte come consigliere provinciale o come deputato fra quelle del partito (e non in autonome serie "istituzionali"), dal momento che per un "rivoluzionario di professione" ogni attività si riconduceva all'organizzazione politica intesa come soggetto storico progressivo, il "moderno principe" gramsciano.
Quando nell'ottobre 1982 Sicolo compila il questionario menzionato in apertura, alla voce "Qualifica" scrive "Funzionario di partito" e a quella "Luogo di lavoro" scrive "attualmente faccio il Parlamentare".