Giovanni De Gennaro
Tipologia Fondo
Data cronica
- 1945 - 2009
- Note
- con documenti dal 1812
Tipologia
- Fondo
Contenuto
- Al termine del lavoro archivistico il fondo risulta organizzato in diciannove serie oltre a un subfondo con due serie. Si Analizzano, in questa sede, alcuni dei contenuti di esse.
Dalla serie “Attività politica” emerge l'impegno attivo ed operativo che De Gennaro attua all'interno del Partito socialista al quale si iscrive fin nell'anno 1944. I documenti attestano che i suoi orientamenti sono stati caratterizzati da svariate fasi che hanno determinato le sue scelte e orientamenti. È segretario della Sezione socialista di Molfetta dal 1949 al 1959; per un periodo si trasferisce alla Sezione di Bari per poi ritornare a quella di Molfetta nel 1974. Presente documentazione relativa alla sua adesione alla corrente di Riccardo Lombardi. È bene precisare che questo corposo ed interessante carteggio è stato donato in più blocchi e a distanza di tempo. L'ordinamento e l'inventariazione dei documenti è stata eseguita da più operatori archivistici, pertanto, il lavoro prodotto presenta disomogeneità di esecuzione. La Fondazione si riserva di effettuare una adeguata revisione della serie archivistica.
La serie denominata “Attività professionale nella scuola” contiene la documentazione riferita agli anni di insegnamento, agli anni della presidenza nonché le carte relative agli incarichi ricevuti dal Provveditorato agli studi di Bari per la sperimentazione didattica e per i corsi di aggiornamento per i docenti.
La serie “Attività sindacale nella scuola” attesta un altro ambito al quale De Gennaro ha attribuito grande importanza. Si tratta del carteggio prodotto dal 1950 al 1981 dai diversi sindacati scuola presso i quali De Gennaro ha rivestito ruoli e cariche di rilievo. Dell'Associazione per la difesa della scuola nazionale è stato consigliere nazionale presiedendo alle assemblee provinciali di Potenza, Matera e Taranto; del Sindacato Nazionale scuola media è stato componente della Segreteria provinciale di Bari. Il fascicolo contiene anche i documenti relativi ai convegni ai quali De Gennaro ha partecipato spesso in veste di relatore e gli scritti da lui prodotti su attività e proposte per la riforma della scuola. Presente anche una raccolta stampa di riviste, opuscoli e bollettini.
Formano la serie "Attività nell'amministrazione comunale" quei fascicoli, rinvenuti eccezionalmente abbastanza composti, le cui carte si riferiscono alla carica di assessore comunale e vicesindaco di Molfetta. La documentazione comprova il grande impegno che Giovanni De Gennaro svolge per circa un decennio a partire dal 1957, anno in cui è eletto Consigliere comunale e poi dal 1963 al 1968 come vicesindaco. La lettura delle carte del fascicolo “Lavori pubblici” attesta il lavoro messo in campo per il miglioramento dei servizi pubblici quale la gestione diretta degli uffici daziari, la municipalizzazione del servizio di nettezza urbana con l'azienda autonoma AMIU e i trasporti cittadini con l’azienda autonoma AMTU. Iniziò anche una progressiva sistemazione stradale sia nella città sia nelle strade vicinali di campagna, utilizzando i fondi destinati ad alleviare la disoccupazione. Il mercato ittico e quello ortofrutticolo raggiunsero alti livelli di fatturato incrementando così l'esportazione dei rispettivi prodotti per mezzo di cooperative. Fu anche progettato un ampliamento del porto con l’allacciamento della banchina alla strada statale 16 bis e alla linea ferroviaria. Nel fascicolo della "Gestione amministrativa" è presente anche documentazione successiva alle cariche rivestite per i contatti che evidentemente De Gennaro ha conservato con l'Amministrazione comunale in nome di un profondo senso civico della gestione della sua città.
Le serie che evidenziano la figura dell'intellettuale sono quelle relative alle istituzioni culturali. Dalla documentazione si evince l'intensa attività che De Gennaro ha svolto nel Comitato provinciale di Bari dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano in qualità di socio e poi di presidente e nell'Università popolare di Molfetta anche nel ruolo di presidente.
De Gennaro ha rivestito ruoli fondamentali e offerto considerevoli contributi di collaborazione anche in altre istituzioni la cui documentazione è stata collocata nelle serie "Altre istituzioni culturali" e "Altri impegni e interessi".
Il suo impegno di grande studioso, appassionato ricercatore e di abile oratore emerge fortemente dai documenti relativi alle serie "Produzione saggistica", "Materiali su e di Tommaso Fiore", "Iniziative di studio su Gaetano Salvemini", "Partecipazione a convegni", "Documenti storici ricevuti in dono".
La serie "Produzione saggistica" raggruppa l'immensa quantità dei suoi scritti. La documentazione rinvenuta e datata, si riferisce cronologicamente al periodo che va dai primi anni quaranta fino al 2009 ed è composta da 210 fascicoli. I fascicoli contengono le minute manoscritte, gli appunti, le relazioni, i materiali di ricerca e, dove presente, una copia del saggio o dell'articolo pubblicato. La formazione della serie ha richiesto un notevole intervento preliminare di ricognizione dei materiali poiché la documentazione, pur presentandosi in buono stato di conservazione, era caratterizzata da un grande disordine fisico e da un metodo di conservazione delle carte, spesso ridondante. Il lavoro di ricomposizione dei fascicoli è stato complesso ed impegnativo in quanto si è dovuto attuare una vera e propria ricongiunzione dei documento che risultavano disseminati ovunque. Questo percorso di ricostruzione certosina è stato possibile attraverso un lavoro critico di ricerca, riscontri, confronti e consultazioni sia dei materiali presenti nel fondo stesso che attraverso la rete internet.
Le serie “Materiali su e di Tommaso Fiore”, e “Iniziative di studio su Gaetano Salvemini”, pur contenendo entrambe un numero esiguo di fascicoli, meritano una menzione particolare per il significato storico-culturale che quei grandi intellettuali hanno rappresentato per De Gennaro. La serie "Materiali su e di Tommaso Fiore" è composta da alcuni scritti di Tommaso Fiore, da lavori sulla sua figura e da una raccolta di giornali con articoli su e di Tommaso Fiore. Si tratta quindi del materiale documentario conservato da Giovanni De Gennaro in nome dello speciale rapporto che si era instaurato tra di loro. De Gennaro ha il privilegio di avere Tommaso Fiore come docente di latino e greco presso il Liceo classico di Molfetta. Diventa suo discepolo e da Fiore stesso, viene avviato al socialismo libertario. Tra i due si instaura anche un rapporto di corrispondenza.
La serie denominata "Iniziative di studio su Gaetano Salvemini" è costituita dai documenti prodotti per l’organizzazione di eventi celebrativi e per progetti volti a preservare e tenere sempre viva la memoria di Salvemini nella sua città natale quale segno tangibile di orgoglio e riconoscenza dei molfettesi verso il loro illustre concittadino. La documentazione attesta gli svariati ruoli rivestiti da De Gennaro nelle diverse iniziative quali la carica di delegato regionale del Movimento Gaetano Salvemini-Gruppo di Molfetta, quella di vicepresidente del Comitato organizzatore del convegno e della mostra documentaria tenuta presso l'Istituto "Apicella" di Molfetta per celebrare il trentennale della morte di Salvemini, la carica di responsabile regionale del "Movimento regionale Gaetano Salvemini". Nel fondo è presente anche una raccolta consistente di giornali, riviste, opuscoli, conservati ed acquisiti da De Gennaro sia sui temi della politica che dell’attualità e della cultura in generale. Tale documentazione relativa a testate nazionali e locali copre l’arco temporale che va dalla fine del 1800 al 2009.
La serie "Documenti storici ricevuti in dono" è composta da 12 fascicoli i cui documenti che risalgono fin dalla seconda metà dell'Ottocento, rappresentano la ricerca storica che Giovanni De Gennaro attuava muovendosi dalle radici più profonde delle fonti da consultare. Tale documentazione rinvenuta sostanzialmente composta, costituita da documenti antichi in originale, eccezionalmente è presente qualche documento in copia o in fotocopia, consiste in giornali, lettere e carteggi di illustri personaggi. Tra i contenuti presenti segnalo il carteggio ricevuto da Nicolò Altamura (1897-1953) che contiene, tra le altre carte, lettere inedite di Gaetano Salvemini degli anni 1946 e 1947; il fascicolo del carteggio ricevuto da Giacinto Panunzio costituito dalla corrispondenza con Sergio Panunzio sul dibattito storico-politico salveminiano, nonché altre lettere inedite di Salvemini del periodo che va dal 1911 al 1950.
Un'altra serie degna di attenzione è quella relativa alla “Documentazione personale” (1929-2008). Essa comprende documentazione di vario genere afferente alla sfera personale. Sono presenti alcuni quaderni e le pagelle di scuola elementare, gli interessanti diari di appunti sulla storia, sulla filosofia, sulla psicologia e sulla letteratura risalenti ai suoi anni universitari. Si segnala il fascicolo contenente le attestazioni e le dichiarazioni sull’attività lavorativa composto dallo stesso soggetto produttore quale incarto per la pensione.
Si conserva il fascicolo con le tessere del Partito, le tessere sindacali e quelle di varie associazioni.
Il fondo archivistico donato dai familiari di Giovanni De Gennaro era costituito anche dai materiali provenienti dalle famiglie di origine. I documenti provengono dal ramo paterno della famiglia di Giovanni De Gennaro e dall'eredità Germano, ramo materno delle sorelle Maria e Giuseppina Germano (quest'ultima madre di Nella De Cosmo, moglie di Giovanni De Gennaro). È apparso evidente che tale documentazione dovesse costituire un subfondo. La documentazione è abbastanza antica, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino ai primi anni del Novecento. Dall'esame dei documenti si intuisce che la loro conservazione è stata dettata sia da un valore strettamente affettivo sia da un voler custodire e tramandare un vissuto storico e sociale delle due famiglie produttrici.
La serie "Documenti della famiglia di Giovanni De Gennaro" contiene documentazione personale del padre Nicola, insegnante elementare nato a Molfetta il 4 giugno 1884 e morto il 24 dicembre del 1948, dello zio Salvatore, ingegnere ed ispettore superiore delle dogane e imposte dirette e dello zio Gaspare medaglia d'argento al valor militare della Prima Guerra Mondiale caduto in battaglia il 9 agosto 1916. Presenti altri fascicoli meno consistenti riferiti ad altri familiari.
La serie "Documenti della famiglia di Nella De Cosmo, moglie di Giovanni De Gennaro", contiene documentazione musicale costituita da libretti di opere, spartiti, canzoni e metodi didattici. Si segnala la presenza di alcuni spartiti manoscritti e l'inno patriottico "L'Internazionale". Per una individuazione corretta delle tipologie documentarie e per l'utilizzo della terminologia specifica della materia, si ringrazia il dott. Claudio Ermogene Del Medico, esperto musicale e appassionato studioso, per la preziosa collaborazione e cortese disponibilità.
Consistenza rilevata
- Tipologia
- scatola/e
- Quantità
- 62
Storia istituzionale/Biografia
- Giovanni De Gennaro nasce a Molfetta il 15 luglio del 1923 in una famiglia della borghesia intellettuale.
Compie gli studi superiori presso il Liceo classico di Molfetta e ha il privilegio di avere come docente di latino e greco Tommaso Fiore del quale diventerà discepolo: dallo stesso, infatti, verrà avviato al socialismo libertario.
Si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma. Segue i corsi del filosofo molfettese Pantaleo Carabellese, ormai assurto a fama nazionale come professore di teoretica alla Sapienza e, dall’insegnamento della “filosofia del concreto”, trarrà preziose indicazioni per il futuro approccio alla filosofia come alla politica.
Nella sua formazione è particolarmente importante la traccia lasciata dallo studio delle opere di Benedetto Croce, espressione dell’antifascismo di matrice liberale. Queste esperienze di studio, confluite nel successivo impegno politico e sindacale, nonché di studioso della cultura, gli varranno la capacità di esercitare uno sguardo sempre lucidamente critico nei confronti di qualsivoglia degenerazione ideologica e/o dogmatica degli ideali del socialismo.
I suoi studi s’interrompono quando il 10 settembre 1943 a Roma sfugge alla rappresaglia tedesca. L’11 settembre inizia il difficile e faticoso rientro a Molfetta che si concluderà undici giorni dopo: a piedi, infatti, affronta un viaggio avventuroso attraverso un’Italia disastrata, in un territorio allo sbando privo di ogni servizio pubblico, teatro di scontro di due eserciti agguerriti, i tedeschi e gli alleati, che risalivano la Penisola.
Mentre “scendeva” da Roma i due punti di scontro erano Napoli, minacciata sul Tirreno, e Bari sull’altra sponda. De Gennaro lascerà memoria di questa particolare esperienza nel volume Diario di viaggio in una patria perduta e ritrovata (Mezzina, Molfetta, 2001), nel quale questa viene riletta come testimonianza di una solidarietà civile che nel sud, in quella congiuntura, seppe saldare gli ideali di libertà con quelli della fratellanza reciproca riproponendo i valori più alti dell’epopea risorgimentale, quasi una Resistenza del Mezzogiorno d’Italia.
Rientrato a Roma, nel 1946 consegue la laurea in Lettere e filosofia, con una tesi sulla teoria estetica di Benedetto Croce. Nel 1947 avvia il progetto degli studi di giurisprudenza e viene ammesso al secondo anno presso la facoltà dell’Università romana. Tale progetto resta incompiuto perché contestualmente De Gennaro intraprende l’attività professionale e inizia anche la sua militanza politica nel Partito socialista italiano.
Le sue prime esperienze di insegnamento, tra gli anni 1947-1949 quale docente di storia e filosofia, si svolgono in provincia di Rieti e presso il Liceo parificato di Farfa, un collegio retto e gestito dai benedettini che avevano ereditato tutta la popolazione studentesca proveniente dal collegio di Montecassino ormai distrutto.
Tornato a Molfetta, il 4 agosto 1954 sposa Nella De Cosmo: insieme avranno quattro figlie, Serena, Rossana, Daniela e Claudia.
In quegli anni De Gennaro avvia il suo impegno di sindacalista nella scuola. A partire dal 1955, e fino al 1960, è consigliere nazionale del Sindacato nazionale scuola media (SNSM); dal 1968 al 1973 fa parte del Comitato regionale del Sindacato scuola CGIL e della Commissione nazionale scuola e della Direzione centrale del Sindacato autonomo della scuola (fonti orali suppongono che abbia lasciato la CGIL nella prima metà degli anni Ottanta). Con Gabriele Pepe è stato tra i fondatori dell’ADESSPI (Associazione per la difesa e per lo sviluppo della scuola pubblica italiana).
Dopo avere conseguito l’abilitazione per l’insegnamento dell’italiano, e di storia e filosofia, presta servizio come docente in molti istituti, anche di realtà periferiche, sino a diventare docente di ruolo per filosofia e storia nei licei. Dagli anni sessanta è docente presso il Liceo classico di Molfetta, dove segue con vivo interesse le lotte studentesche del ‘68-‘69. Vince il concorso a preside e dal 1971 presta servizio presso i licei scientifici di Altamura, di Molfetta e poi in quello di Barletta; nel 1980 assume la presidenza presso il Liceo classico di Molfetta.
È incaricato dal Ministero della pubblica istruzione di occuparsi della sperimentazione didattica e dell’aggiornamento dei docenti presso il Provveditorato agli studi di Bari dove copre anche la funzione di presidente della Commissione di disciplina.
Coordina la sperimentazione nelle scuole in Terra di Bari. Si trattava di trasformare prima la scuola media, e fu fatto; poi la scuola secondaria superiore pur con mille difficoltà. Fonda la rivista «Scuola '70», pubblica numerosi scritti anche su «Puglia scuola», «Il rinnovamento della scuola» e sul giornale dell’ADESSPI.
Il suo collocamento in pensione avviene nel 1990. Nel 1991 Giovanni De Gennaro riceve dal prefetto di Bari la nomina a Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e nel 1992, dal Ministero della pubblica istruzione, la Medaglia d’oro con diploma dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte per l’anno 1991.
La sua attività politica comincia nel 1944, quando si iscrive alla Sezione di Molfetta del Partito socialista italiano partecipando alla vita di partito seppur condizionato dai primi impegni professionali. Dà inizio alla sua attività collaborando alla organizzazione del Congresso dei Comitati di liberazione nazionale di Bari del gennaio 1944. L’ideologia socialista di Giovanni De Gennaro deriva certamente dall’insegnamento di Tommaso Fiore fin dagli anni liceali e da Giacinto Panunzio, altro suo Maestro, che gli forniva notizie, commenti e giudizi sulla figura di Gaetano Salvemini, molfettese come De Gennaro, storico e studioso di massima caratura politico-culturale e che era ormai diventato in tutto il mondo uno dei simboli dell'opposizione intransigente al fascismo.
Il vivo interesse per il pensiero di Salvemini, che ha caratterizzato l'impegno di Giovanni De Gennaro come intellettuale e come socialista per tutta la sua vita, si può far risalire alla matrice concretista del pensiero salveminiano: e, cioè, partire dai fatti e dalla conoscenza dei problemi inquadrati nella prospettiva storica come base per la formulazione di un giudizio politico. Dalla curvatura radicalmente critica del socialismo salveminiano gli è stata trasmessa la dimensione dell'essere socialista concependo la politica al servizio dei problemi, mai come asservimento al potere o all'ideologia: coerentemente alla prospettiva etica sia di Gaetano Salvemini che di Tommaso Fiore.
L’attività politica attiva svolta da Giovanni De Gennaro nel Partito socialista italiano è caratterizzata da molteplici fasi che hanno poi determinato le sue scelte e orientamenti. Nel Partito, pur sostenendo l’esigenza dell’unità delle forze di sinistra, non fu per la fusione del PSI con il PCI, e non seguì la scissione socialdemocratica di Saragat (e Rino Formica ed Eugenio Laricchiuta a Bari) nel 1947. Si adoperò per la ricostruzione del Partito in Terra di Bari e a Molfetta con gli aderenti al Partito d’azione che erano entrati nel PSI dopo lo scioglimento di quel partito nel 1947.
De Gennaro fece inizialmente parte del gruppo “autonomista” con Beniamino Finocchiaro, Giuseppe Andriani, Lelio Barbiera e Oberdan Laforgia. Divenne segretario della Sezione di Molfetta nel 1957 e tenne l'incarico fino al 1963 distinguendosi per il suo forte impegno per il coinvolgimento giovanile, in linea con la sua missione di educatore scolastico. La sua rilevanza nel partito crebbe e lo portò a essere eletto nel Comitato esecutivo della Federazione al tempo della segreteria di Andriani (1961-1963).
L'incarico nel partito andò di pari passo con quello di rappresentante popolare nel Consiglio comunale dove pure entrò nel 1957. Quando a Molfetta, come a Bari e a Barletta, si costituisce la prima amministrazione di centrosinistra, Giovanni De Gennaro diventa assessore all’istruzione e alle finanze ricoprendo la carica di vicesindaco dal 1963 al 1968. Sono gli anni in cui l’amministrazione comunale promuove la crescita e la modernizzazione della città di Molfetta con il miglioramento dei servizi pubblici. Ne sono un esempio la gestione diretta degli uffici daziari, la municipalizzazione del servizio di nettezza urbana con l’azienda autonoma AMIU e dei trasporti cittadini con l’azienda autonoma AMTU; la progressiva sistemazione stradale della città; lo sviluppo delle attività commerciali del mercato ittico e di quello ortofrutticolo, che raggiunsero alti livelli di fatturato incrementando così l’esportazione dei rispettivi prodotti per mezzo di cooperative. Fu anche progettato un ampliamento del porto con l’allacciamento della banchina alla strada statale 16 bis e alla linea ferroviaria. Una stagione politica esaltante per la città di Molfetta.
Nel 1963 Giovanni De Gennaro aderisce alla linea espressa a livello nazionale da Riccardo Lombardi. Al tempo dell'occupazione militare sovietica dell'Ungheria (novembre 1956) Pietro Nenni, rompendo il patto di unità di azione con i comunisti stipulato nel dopoguerra, aveva creato la corrente “autonomista” cui aveva partecipato anche l'ex azionista Lombardi, favorevole a sperimentare un accordo con la DC per una stagione di riforma avanzate. Ma alle prime avvisaglie di una resistenza conservatrice democristiana tendenti a bloccare i provvedimenti più coraggiosi del centrosinistra, Lombardi passò all'opposizione nel PSI (estate 1963) creando una informale corrente di sinistra riformista, culturalmente intransigente, detta appunto “lombardiana”. Giovanni De Gennaro scelse di sostenerla perché a lui più congeniale per indole e formazione politica e questo lo portò a distinguersi politicamente dal suo amico e collega Beniamino Finocchiaro. Questa diversità di vedute non gli impedirà di dialogare con lo stesso Finocchiaro, con il quale fondò, a Molfetta, la rivista «Politica e Mezzogiorno».
Tale scelta significava una frattura con i vecchi amici: oltre a Finocchiaro, con gli esponenti di rilievo del socialismo barese (Francesco Capacchione, Vito Scarongella e il giovane Giuseppe Di Vagno jr) e significava anche proseguire la sua esperienza politica senza ricoprire più cariche di rilievo attesa l’esiguità di consensi della corrente stessa che a Bari non raccoglieva oltre il 5% di adesioni e non aveva rappresentanza parlamentare.
Giovanni De Gennaro è stato membro del Comitato regionale pugliese del Partito dove ha retto il settore scuola e sanità fino alla metà degli anni Ottanta; componente del “Comitato regionale di controllo sugli atti amministrativi delle Province pugliesi”; convinto autonomista si è adoperato per il decentramento amministrativo attraverso il suo impegno politico nella Lega delle autonomie locali di cui è stato membro nel Consiglio nazionale.
De Gennaro abbandona l’attività politica attiva presumibilmente verso la fine degli anni Ottanta, anche se ancora nel 1992 tenta di raccogliere il Partito intorno alla sua grande tradizione democratica e riformista attraverso il giornale locale di impronta salveminiana «Non mollare».
Oltre all’impegno professionale e politico, coltiva da sempre, fin dai primi anni sessanta e per tutto il resto della sua lunga esistenza, l’insegnamento di Tommaso Fiore circa il valore politico dell’impegno culturale e sociale. Uomo di vasta cultura e appassionato ricercatore, ha organizzato ed è intervenuto in numerosissimi eventi culturali, dimostrando di intendere la cultura come impegno al servizio della collettività. Ne sono testimonianza i saggi di storia incentrati sullo studio della classe dirigente e del ceto intellettuale molfettese, gli studi di filosofia e politica, gli interventi scritti per la partecipazione a convegni, le numerosissime recensioni.
Alcuni di questi scritti appaiono sulla collana «Il dialogo», su «Apicella '69», su «La Rassegna pugliese di lettere, scienze ed arti», per il numero speciale «Omaggio a Salvemini», su «Studi Molfettesi», su «Quaderni di Basilicata», sul bollettino mensile del «Rotary Club Trani». Numerosi articoli appaiono sulle testate locali di «La Città nuova», su «Quindici giorni», «Rinnovamento Forense», «L'Illuminismo», «Singolare e Plurale», «Luce e Vita», «Molfetta il Messaggio».
Nel 1989 assume la presidenza dell’Università popolare di Molfetta, creata nel 1902, che regge fino alla fine dei suoi giorni. Giovanni De Gennaro concepisce la sua presidenza come opportunità per fornire un grande impulso alle attività, alla loro divulgazione e alla promozione della vita culturale della città. Obiettivo principale è la valorizzazione delle competenze scientifiche, artistiche, letterarie o di ambiti professionali di rilievo, maturate poi nelle generazioni successive. Pubblica con Antonio Balsamo un volume per il centenario dell'Associazione dal titolo L’Università popolare nella vita della città (Edizioni Mezzina, Molfetta, 2002) e promuove la pubblicazione di Annuario 2005-2006 (Edizioni Mezzina, Molfetta, 2008).
Nel marzo 1995 assume la presidenza del Comitato provinciale di Bari dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, altra carica che tiene fino al termine della sua vita. Già socio e componente del Consiglio direttivo, succede alla presidenza quasi ventennale di Matteo Fantasia dopo la sua morte (seguì nell'immediato una breve reggenza del prof. Mario Spagnoletti) raccogliendo, pertanto, un'eredità non facile. Nei quattordici anni della sua presidenza ha organizzato molte manifestazioni culturali. Tra queste si segnala soprattutto il convegno su “La storiografia pugliese nella seconda metà dell’Ottocento”, organizzato nel marzo del 1997 in collaborazione col Dipartimento di scienze storiche e sociali dell’Università degli Studi di Bari. Gli atti di quel convegno sono stati pubblicati in un volume dallo stesso titolo, curato da lui medesimo e da Raffaele Giura Longo (Levante Editori, Bari, 2002).
In continuità con il suo predecessore De Gennaro ha curato la pubblicazione della rivista «Risorgimento e Mezzogiorno» che nel corso di quegli anni ha modificato la periodicità da semestrale ad annuale. Spetta a Giovanni De Gennaro, tra l’altro, il merito di avere contribuito ad allargare la dimensione della rivista da un’angolazione strettamente pugliese ad un ambito più ampio riferito a tutto il Mezzogiorno continentale, con contributi di studiosi di diversa provenienza territoriale e riflessioni di più ampio respiro. Ha inoltre partecipato al convegno sul “Novantanove” organizzato dall’Accademia delle scienze di Bari nel maggio del 1999, i cui atti sono stati pubblicati nel volume LI di quella Istituzione culturale (riguardante gli anni 1998-1999-2000), da Adda editore, Bari 2002. È stato infine componente del Consiglio di presidenza dell’Istituto nazionale del Risorgimento a partire dal 2000.
Meritano particolare menzione altri pregevoli lavori sulla storia del socialismo come il volume scritto con Stefano Merli Una scelta storica. Eugenio Laricchiuta e il socialismo riformista in Terra di Bari (Edizioni Dedalo, Bari, 1993).
All’indagine storica sul ceto intellettuale cittadino e su Salvemini è dedicato il volume intitolato La città di Salvemini (Edizioni Mezzina, Molfetta, 2000) nel quale egli ricostruisce con puntuali approfondimenti e attenta metodologia le vicende dei protagonisti della vita culturale e civile di Molfetta nel corso della seconda metà dell’Ottocento. In una ideale prosecuzione di questo lavoro, qualche anno dopo pubblica Tommaso Fiore e Molfetta (Edizioni Mezzina, Molfetta, 2004). La pubblicazione è un’attestazione di stima postuma al suo docente di latino e greco sul dovere civile dell’intellettuale e dell’insegnante che non può sottrarsi dal partecipare al dibattito politico della propria epoca. Dall’osservatorio di una cittadina della provincia di Bari emerge la rappresentazione di due momenti cruciali della storia italiana: quello tra gli anni trenta e quaranta del Novecento e quello della ricostruzione post-bellica caratterizzato dalla crescita economica degli anni sessanta. In questa analisi, in cui confluisce la sua storia personale di militanza politica nel Partito socialista italiano, egli esamina, attraverso la lente del suo mentore, le realizzazioni attuate a Molfetta dalle nuove forme di collaborazione politica del centrosinistra di quegli anni che facevano le loro prime apparizioni nello scenario pugliese e nazionale.
Un altro impegno di rilevante importanza è stato per De Gennaro l’organizzazione di un convegno su Gaetano Salvemini, in occasione del trentennale della sua morte, con la partecipazione di illustri studiosi italiani. Gli atti di quella manifestazione sono stati pubblicati successivamente con il titolo Giornate salveminiane e mostra documentaria (Edizioni Mezzina, Molfetta, 1992). Nel 2007, in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della morte di Gaetano Salvemini, con una memorabile relazione pronunciata quando ormai la vista lo aveva abbandonato, partecipa al convegno promosso dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno alla quale è stato particolarmente legato a partire dalla sua ricostituzione nel 2001.
Giovanni De Gennaro è morto a Molfetta il 17 maggio 2009.
Storia archivistica
- Il fondo archivistico è costituito dai documenti prodotti ed acquisiti da Giovanni De Gennaro risalenti dal 1812 al 2009.
La ricognizione generale è stato il primo intervento operativo volto all’individuazione tematica dei documenti e dei fascicoli. Tale analisi ha evidenziato un buono stato di conservazione delle carte e un considerevole disordine fisico riconducibile ad un criterio metodologico personale di conservazione da parte dello stesso soggetto produttore, accresciuto, molto probabilmente, durante la fase di trasferimento del fondo da parte degli eredi donatori (2021) dal luogo originario di formazione. L'intervento archivistico, pertanto, si è attuato su di un fondo notevolmente frammentato che ha richiesto preliminarmente l'individuazione dei contenuti, successivamente è stato possibile ricongiungere i documenti per tema, formare i fascicoli e creare le serie.
È bene precisare che è stata effettuata anche un'integrazione con carte già schedate donate dallo stesso soggetto produttore nel 2007. Al termine di questa complessa e varia operazione, si è proceduto con la schedatura dei fascicoli che hanno costituito le serie dando corpo e omogeneità all'intero fondo.
L'esame integrale del materiale documentario acquisito consente di delineare a pieno la figura di Giovanni De Gennaro. I contenuti della documentazione da lui prodotta e conservata fanno emergere la forte passione per lo studio e l'approfondimento della conoscenza e del sapere che fin da giovane hanno formato la base solida sulla quale fondare la sua professione, le sue ricerche, gli impegni da sindacalista e di politico. Ha speso tutte le sue energie da intellettuale e politico sempre a favore della crescita culturale, sociale e di sviluppo della sua città.
Il fondo è stato dichiarato di particolare interesse storico dal Ministero per i beni e le attività culturali - Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Puglia e la Basilicata con decreto del 8 febbraio 2019 in riferimento a n. 5 buste e con decreto del 13 febbraio 2020 in riferimento a n. 30 scatole.
Modalità di acquisizione
- Il fondo è pervenuto alla Fondazione Di Vagno a più riprese. La prima donazione fu ad opera dello stesso soggetto produttore nel 2007. Nel 2021, a distanza di alcuni anni dalla morte di De Gennaro avvenuta nel 2009, le figlie Serena e Rossana hanno effettuato il versamento completo dei documenti in due tranche al fine di dare continuità alla scelta del padre, ricongiungere fisicamente la documentazione prodotta, tutelare e valorizzare l'intero patrimonio documentario. Detta documentazione è stata consegnata all'interno di scatoloni; le carte e i fascicoli erano riposti in cartelline, contenitori o buste di tipo postale in carta riciclata. I pacchi così composti recavano le indicazioni del contenuto che spesso si è rivelato incompleto o solo parzialmente corrispondente. Sono rari i fascicoli tematici pervenuti già composti.
Strumenti di ricerca
- Primo inventario a cura di Angela Montemurro (2007). Lo strumento è stato realizzato nell'ambito del progetto Archivi storico-politici in rete, finanziato dalla Regione Puglia (D.D. n. 156 del 25.11.2005), sulla base di un accordo quadro con il Ministero per i beni e le attività culturali, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archivistica della Puglia.
Revisione e integrazione inventariale dopo ulteriore versamento di carte da parte della famiglia a cura di Antonella Caprio con la direzione scientifica di Leonardo Musci (2021 e 2022). L'intervento è stato realizzato grazie a un finanziamento della Direzione generale archivi a valere sul capitolo 3121 per gli archivi politici e sindacali previsto dalla l. 205/2017 (Finanziaria 2018), art. 1, comma 342.
Criteri di ordinamento
- Il fondo archivistico di Giovanni De Gennaro è stato caratterizzato da fasi di ordinamento eseguite in momenti cronologicamente distanti tra loro perché associate ai diversi momenti di versamento delle carte stesse. Specificatamente il lavoro si è sviluppato nel seguente modo: 1) integrazione con il primo nucleo documentario (versamento del 2007) e con il secondo nucleo di documenti (versamento della prima trance del 2021) che ha implementato le 14 serie già esistenti; 2) formazione di nuove serie ("Documentazione personale", "Documenti storici ricevuti in dono" che ha inglobato la serie "Studi su Giacinto e Sergio Panunzio", "Attività nell’Amministrazione comunale", "Attività sindacale nella scuola", "Altre attività nella scuola", “Convegni"; "Raccolta fotografica"); 3) riformulazione di alcune serie ("Produzione saggistica", "Rapporti su e di Tommaso Fiore", "Iniziative di studio su Gaetano Salvemini" e che hanno inglobato documenti che formavano alcune serie quali "Scritti ed interventi", "Saggi e articoli"); 4) costituzione del subfondo "Documenti provenienti da familiari" costituito dalle serie "Documenti della famiglia di Giovanni De Gennaro", "Documenti della famiglia di Nella De Cosmo, moglie di Giovanni De Gennaro".
Struttura
- Il fondo attualmente è formato da 19 serie e un subfondo di 2 serie:
1. Attività politica
2. Attività professionale nella scuola
3. Attività sindacale nella scuola
4. Attività nell’Amministrazione comunale di Molfetta
5. Istituto per la storia del Risorgimento italiano-comitato provinciale di Bari
6. Università popolare di Molfetta
7. Altre istituzioni culturali
8. Altri impegni e interessi
9. Corrispondenza
10. Materiali di studio e di lavoro
11. Materiali su e di Tommaso Fiore
12. Iniziative di studio su Gaetano Salvemini
13. Raccolta stampa sulla politica
14. Raccolta stampa su altre materie
15. Documenti storici ricevuti in dono
16. Produzione saggistica
17. partecopazione a convegni
18. Carte personali
19. Raccolta fotografica
Subfondo “Documenti provenienti dai familiari”
1. Documenti della famiglia di Giovanni De Gennaro
2. Documenti della famiglia di Nella De Cosmo, moglie di Giovanni De Gennaro.
Consultabilità
- Libera nei limiti di quanto disposto dal Codice per i beni culturali e del paesaggio (art. 127) e dalla legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale.
Bibliografia
- Giovanni De Gennaro, Lettere di un giovane ottantenne. Nove anni di corrispondenza con Tommaso Fiore, in «Politica e Mezzogiorno», anno VII, n. 2, 1977;
Id., Tommaso Fiore e Molfetta. Un saggio inedito del 1964 e 12 lettere fino al 1971, ed. Mezzina, Molfetta 2004.