Partito socialista italiano. Federazione di Brindisi

Tipologia Ente

Date di esistenza

Data di istituzione/costituzione
1944
Data di soppressione/cessazione
1994

Biografia / Storia

Il Partito socialista italiano, in terra di Brindisi, nasce, dopo la caduta del fascismo, dalla confluenza di due fondamentali filoni di militanza politica e di rappresentanza sociale: da un lato, vi sono alcuni nuclei operai, presenti soprattutto nella cinta industriale del capoluogo e nel settore edilizio, organizzati sindacalmente nella CGIL; dall'altro, vi è una base bracciantile, e in misura più ridotta di contadini coltivatori diretti di poderi di piccole dimensioni, presente soprattutto nei comuni della provincia. A queste figure sociali, che per tutto l'immediato dopoguerra rappresenteranno la base di massa del partito, vanno poi aggiunte alcune figure intellettuali, espressione di una piccola e media borghesia urbana, per lo più proveniente dalle professioni liberali e in misura minore dal pubblico impiego, che però rappresenteranno i primi nuclei dirigenti del Partito.
A Brindisi in particolare, a cavallo degli anni Cinquanta, spiccano le figure di Beniamino Andriani, un operaio che rappresenta anche l'elemento di continuità con la tradizione prefascista del PSI ed al quale fu poi intitolata la stessa Federazione provinciale, e soprattutto quella di Mario Marino Guadalupi, giovane e brillante avvocato, di estradizione borghese, che si impegna da subito nella difesa dei braccianti e dei contadini poveri, finiti sotto processo per l'occupazione delle terre incolte o malcoltivate. Da qui deriverà un crescente consenso popolare, che ben presto metterà radici negli stessi ceti medi cittadini, e che consentirà a Guadalupi di essere eletto in Parlamento in giovane età e quindi di essere più volte confermato, ricoprendo incarichi governativi negli anni del centrosinistra, fino a concludere prematuramente la sua esistenza sui banchi del Consiglio di Stato.
Intanto, attorno al Partito, specie nella città di Brindisi, viene enucleandosi una intera generazione di militanti impegnati e di dirigenti politici, che approderanno ben presto sui banchi delle assisi comunale e provinciale, dapprima come esponenti dell'opposizione alla Democrazia cristiana di Caiati, e quindi come amministratori attivi ed operosi nelle giunte di centrosinistra. Tra questi, ricordiamo i nomi di Enrico Ortese, Giuseppe Mongelli, Luigi Capone, Nicola Laforgia, Raffaele Fischetti, Norberto Rolandi, nonché la figura particolarmente suggestiva ed interessante di un vivace ed inquieto intellettuale come Giuseppe Patrono e quello di un giovane ma già eccezionale organizzatore come Ciccio Colucci, poi emigrato a Milano.
Anche in provincia, il Partito si radicò in tempi brevi. In particolare nel nord brindisino, attorno al Psi si strinsero porzioni notevoli del mondo agricolo, specie bracciantile, della classe operaia e del ceto intellettuale cittadino. Tra le molte e significative figure, ricordiamo quelle di Raffaele Bianco, Achille Monopoli, Stefano Palmisano e Ciccio Di Bari a Fasano, di Caroli a Cisternino, di Leo Zappa a San Vito dei Normanni.
Più difficile fu invece la penetrazione del PSI nel sud del brindisino, prevalentemente bracciantile, dove dovette competere con la presenza particolarmente organizzata del PCI, il quale tramite la CGIL esercitò da subito la sua egemonia tra le masse rurali, e dove il Partito ebbe maggiori difficoltà a sfondare tanto sui ceti urbani quanto sui contadini coltivatori diretti, che rappresentavano invece le basi di massa della DC caiatina.

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