Materiali di studio di Cesare Preti su Donato Jaja
Tipologia Fondo
Data cronica
- 1853 - 1910
Tipologia
- Fondo
Contenuto
- Il fondo è costituito da circa 450 lettere, per lo più di corrispondenti di Donato Jaja (in totale 61), ma anche da ottantaquattro lettere autografe dello stesso Jaja. Ad esclusione di tre lettere dello Jaja, tutte le altre lettere del fondo portano date comprese tra il 1853 ed il 1877, ovvero coprono gli anni di formazione del filosofo di Conversano, nonché gran parte degli anni del suo insegnamento liceale, prima del trasferimento a Napoli.
Delle ottantaquattro lettere autografe dello Jaja, la maggior parte (72 lettere) sono indirizzate al fratello Teodoro e portano date tra il 1861 e il 1869, gli anni di formazione napoletana e bolognese. Sono una miniera di notizie per mettere a fuoco questo periodo cruciale del suo percorso intellettuale. Delle restanti lettere, i carteggi più cospicui sono quelli che portano le firme di Teodoro Jaja (77 lettere), di Francesco Fiorentino (59 lettere), di Donato Boggia (44 lettere), un sacerdote ed insegnante pugliese legato al seminario di Conversano, padre spirituale dello Jaja negli anni in cui questo frequentava l'istituto ecclesiastico; di Giambattista Jaja (26 lettere), fratello di Donato; di Marianna Florenzi Waddington (13 lettere); di Francesco Settanni (11 lettere), un sacerdote ed insegnante pugliese legato al seminario di Conversano; di Camillo De Meis (11 lettere). Vi sono poi lettere sparse di Filippo Masci, Felice Tocco, Baldassarre Labanca, Domenico Morea, Raffaele D'Ovidio.
Nel fondo sono poi comprese tre documenti non autografi, copie di mano dello Jaja, la prima della versione originale di un proclama di Domenico Settembrini, datato 4 luglio 1860, le altre due di lettere di Antonio Rosmini a Pasquale Galluppi, di notevole contenuto teorico.
Si conservano inoltre le fotografie delle lettere "napoletane" (conservate, cioè, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli) inviate da Francesco Fiorentino e da Marianna Florenzi Waddington al filosofo di Conversano, e delle lettere "romane" (conservate, cioè, presso la Fondazione Giovanni Gentile di Roma) inviate da Bertrando Spaventa e da Domenico Morea allo stesso Jaja.
Consistenza rilevata
- Consistenza (testo libero)
- 450 lettere
Storia istituzionale/Biografia
- Nacque il 18 agosto 1839 a Conversano (Bari) da Florenzo, piccolo commerciante, e da Elisabetta Pinto. Ebbe ben undici tra fratelli e sorelle, di cui due morti in tenera età. Tra il 1854 e il 1861 frequentò il locale Seminario, seguendo per un anno circa, tra le altre, le lezioni di filosofia di Baldassarre Labanca. Dopo aver ricevuto gli ordini minori, nel novembre del 1861 si trasferì a Napoli per completare i suoi studi ed essere ammesso agli ordini sacri, che conseguì il 5 aprile 1862.
A Napoli conobbe Francesco Fiorentino, che decise di seguire quando quest'ultimo, negli ultimi mesi del 1862, ottenuta una cattedra nell'Università di Bologna, lasciò la città partenopea. A Bologna restò fino alla metà del 1864, diventando ben presto con il Fiorentino assiduo del salotto letterario della contessa Lia Martini, una delle tre muse di Ugo Foscolo, luogo nel quale strinse amicizia con la nipote della contessa, la marchesa Marianna Florenzi Waddington, amica e traduttrice di Friedrich Wilhelm Schelling e di Victor Cousin, e con Angelo Camillo De Meis, amico e discepolo di Bertrando Spaventa.
Nella primavera del 1864, in seguito a pressioni della famiglia che desiderava legarlo stabilmente allo stato sacerdotale, tornò a Conversano per dedicarsi all'insegnamento privato della filosofia. Vi rimase, sia pure con l'interruzione di qualche breve soggiorno a Bologna e in Umbria (presso la residenza di campagna della marchesa Florenzi Waddington), fino al 1868, sempre più estraneo ad un ambiente di cui non condivideva più la mentalità ed i valori e sempre più lontano dal mondo ecclesiastico, ormai giudicato solo poco più che superstizioso. Alla fine del 1868, Jaja decise di lasciare definitivamente la Puglia, prima per Napoli e poi per Bologna, dove nel luglio del 1869 ottenne l'abilitazione all'insegnamento nei ginnasi e licei statali con una tesi, poi pubblicata con il titolo di Origine storica ed esposizione della Critica della ragion pura di E. Kant (Bologna 1869). Nel giugno dello stesso anno aveva comunicato, alla diocesi della città pugliese, la sua rinuncia di fatto allo stato sacerdotale (la rinuncia formale fu presentata nel maggio del 1881 e ratificata nel giugno del 1882).
Cominciò allora il periodo di insegnamento del nostro nei licei, in quello di Caltanissetta (1869-1870), di Chieti (1870-1874), il Galvani di Bologna (1874-1879), il Genovesi di Napoli (1879-1887). A Napoli divenne assiduo di Bertrando Spaventa (forse conosciuto a Bologna nel 1868) e ritrovò Francesco Fiorentino, trasferito da Pisa nella locale università nel 1880, con i quali instaurò una consuetudine di confronto e di discussione quasi quotidiana, e ciò fino alla morte del primo, 1883, ed a quella del secondo, 1884. A casa di Spaventa conobbe il nipote di costui, Benedetto Croce, ed il suo più noto allievo, Antonio Labriola.
Nel giugno del 1882 ottenne l'abilitazione alla libera docenza universitaria di filosofia, affiancando così, dagli ultimi mesi di quell'anno, all'insegnamento liceale un corso di filosofia teoretica presso l'Accademia di scienze morali e politiche della città partenopea. Risale a questi anni la raccolta in un volume, con il titolo di Saggi filosofici (Napoli 1886), di tutti i lavori che negli anni precedenti Jaja aveva pubblicato in varie e sparse sedi, nonché di quella che è una delle sue due opere maggiori, il Sentire e pensare. L'idealismo nuovo e la realtà (Napoli 1886), libri che gli valsero la chiamata alla cattedra di Filosofia teoretica della Università di Pisa, nell'autunno del 1887.
Intanto, negli anni immediatamente precedenti al trasferimento a Pisa si era sposato con Maria Patellani, dei conti Patellani di Milano, cognata del De Meis, da cui avrà un figlio. Nell'università di Pisa vi tenne cattedra fino alla morte, avendo come allievi, tra gli altri, Giuseppe Lombardo Radice, Ernesto Codignola e Giovanni Gentile, con cui tenne un importante carteggio, poi pubblicato (Carteggio Gentile-Jaja, a cura di M. Sandirocco, 2 voll., Firenze 1969). Nella città toscana pubblicò la sua seconda opera maggiore, Ricerca speculativa. Teoria del conoscere (Pisa 1893). Pochi, e di minore importanza, i lavori pubblicati in seguito.
Donato Jaja morì a Pisa, la sera del 15 marzo 1914. Il suo corpo fu traslato a Conversano, nel cui cimitero è sepolto.
(a cura di Cesare Preti)
Storia archivistica
- Il fondo è costituito da un certo numero di fotocopie delle lettere originali di corrispondenti di Jaja, e di Jaja stesso, che sono oggi possedute dall’Archivio Diocesano di Conversano. A queste si aggiungono le fotografie delle lettere di Jaja a Fiorentino, alla Florenzi Waddington, a Bertrando Spaventa e poche altre, i cui originali sono posseduti dalla Biblioteca Nazionale di Napoli. Infine, del fondo fa parte una tesi di laurea del 1959, nella quale, in appendice al testo, compaiono le trascrizioni, per lo più lacunose, di un certo numero di lettere del Fiorentino e della Florenzi Waddington, che secondo quanto dichiarato, allora facevano parte del fondo oggi dell’Archivio Diocesano di Conversano, ma che ora, in un certo numero, non vi sono più.
Si tratta, in massima parte, del materiale utilizzato da Cesare Preti per la stesura del suo volume D. Jaja, Filosofia e vita civile. Carteggi con F. Fiorentino e M. Florenzi Waddington 1861-1884, Bari 2017.
Modalità di acquisizione
- Donazione.
Strumenti di ricerca
- Scheda fondo a cura di Cesare Preti.
Consultabilità
- Le carte sono fuori consultazione. Gli studiosi sono pregati di fare richiesta presso gli archivi che detengono gli originali.
Esistenza e localizzazione degli originali
- Archivio diocesano di Conversano. Biblioteca Nazionale di Napoli. Fondazione Giovanni Gentile di Roma
Bibliografia
- Cesare Preti, Inediti per l'epistolario di Donato Jaja, Firenze, Le Lettere, 2014.