Tipologia
- Fondo
Contenuto
- Il fondo archivistico prodotto da Nicola Occhiofino nell'ambito delle sue funzioni istituzionali e dei campi di interesse, è composto da tredici serie.
L’attività svolta presso le istituzioni pubbliche del territorio regionale sono state per Occhiofino un canale fondamentale per promuovere e portare avanti i temi a lui più cari e di massima priorità.
Questo suo rilevante impegno emerge palesemente dalla lettura delle carte che costituiscono le serie “Attività alla Regione Puglia”, “Attività nell’Amministrazione provinciale di Bari” e “Consiglio comunale di Modugno”.
Nella quarta legislatura della Regione Puglia (1985-1990) Occhiofino è eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano e ricopre l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale e di membro della seconda e terza Commissione regionale permanente. Nella quinta legislatura regionale pugliese (1990-1995) viene rieletto al Consiglio regionale e riconfermato vicepresidente del Consiglio e membro della seconda Commissione regionale permanente. In riferimento a questi ruoli, sono presenti i documenti delle “Interrogazioni”, “Interpellanze urgenti”, “Dichiarazioni”, “Mozioni” da lui presentate in sede di Consiglio sulle questioni pacifiste portate avanti contro la realizzazione dei poligoni militare nei Parchi dell’Alta Murgia, nonché lo stazionamento dei cacciabombardieri F16 nell’aeroporto militare di Gioia del Colle. Contro l'installazione di una base ONU NATO a Brindisi del quale progetto la città stessa e la popolazione pugliese alla vigilia della firma da parte del ministro Cesare Previti ne erano all'oscuro. Presente una raccolta stampa di pagine di giornali e articoli anche in fotocopia riguardanti, le attività politiche dell'Ente e le dichiarazioni di Occhiofino riportate dai giornalisti sui temi e le discussioni pertinenti all'ambito delle tematiche da lui seguite.
La sua esperienza politica presso l'Amministrazione provinciale di Bari lo vede protagonista dal 1988 al 1999 come capogruppo di Rifondazione comunista e assessore alla Solidarietà sociale. Esplica l’attività assessorile con associazioni, fondazioni e centri culturali.
La documentazione più rilevante riguarda l'associazione "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace", l'associazione di promozione sociale e culturale "Officine del Sud", con il "Movimento volontariato italiano" per la promozione della cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative, incontri, manifestazioni ed eventi sul territorio nazionale.
Nel 1996 viene eletto, come indipendente nelle liste del partito della Rifondazione comunista, e riveste la carica di consigliere provinciale di Bari.
Nel 2000 viene nominato assessore alla Provincia di Bari con delega alle politiche sociali, pari opportunità, solidarietà, immigrazione e pace e riconfermato nel 2005, dopo nuove elezioni amministrative, con la medesima delega. Di questa attività si conservano le “Interrogazioni”, le “Interpellanze urgenti”, le “Dichiarazioni”, le “Mozioni” che Occhiofino proponeva in sede di Consiglio.
Merita menzione il fascicolo “Carteggio di rifondazione comunista” composto prevalentemente dai testi che Occhiofino ha presentato nei seminari, nelle assemblee e nei congressi. Anche in questa serie sono presenti i manoscritti e i dattiloscritti degli interventi in Consiglio provinciale in qualità di assessore ed in altri eventi istituzionali.
Di interesse i fascicoli dei manoscritti e dattiloscritti degli interventi da lui tenuti nelle sedute di Giunta regionale e provinciale.
Altra attività politica svolta da Occhiofino si evince dalla serie "Consiglio comunale di Modugno". Nel 1991 viene eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano, consigliere comunale presso la città di Modugno. Presenti solamente un fascicolo di "Carteggio" e il fascicolo dei manoscritti degli interventi da lui tenuti nelle Sedute di Giunta. Per Nicola Occhiofino la questione dei giovani e il fenomeno dell'emigrazione erano evidenze importanti alla pari degli interventi urbanistici, di crescita e sviluppo per la cittadina che si discutevano in sede di Consiglio comunale.
Dalla considerevole presenza degli scritti prodotti per la stampa locale che hanno trovato collocazione nella serie “Riviste con suoi articoli” emerge la grande passione per la lettura e il forte desiderio di comunicare attraverso la scrittura le sue riflessioni. Pubblica sistematicamente (fatta eccezione di qualche rarissima assenza) sui giornali «Partecipare», «il faro palese», «l’Aurora serafica» ed altre testate delle quali è presente copia del giornale e a volte anche della bozza manoscritta o dattiloscritta dell’articolo. La schedatura è stata effettuata per testata giornalistica riportando il titolo di ciascun articolo.
Dalla nutrita presenza dei testi manoscritti e dattiloscritti riferita ai molteplici discorsi pubblici tenuti per le campagne elettorali e i comizi, nei numerosi convegni, seminari ed eventi ai quali ha presenziato con relazioni, è evidente l’importanza che attribuiva alla comunicazione diretta e al contatto umano. Detti documenti che hanno composto le serie “Discorsi pubblici”, “Comizi e discorsi politico-celebrativi” e “Convegni e seminari” sono stati schedati singolarmente riportando il titolo del tema presentato e i dati topici e cronici.
Figura importantissima e significativa nel percorso di vita di Nicola Occhiofino è stato don Tonino Bello vescovo di Molfetta. La sua vicinanza umana e spirituale al Vescovo è un altro tassello ineliminabile della sua lunga ed appassionata testimonianza politica e di fede.
La serie denominata “Don Tonino Bello” si compone dei documenti prodotti successivamente alla scomparsa del Vescovo che avviene a Molfetta il 20 aprile del 1993. Presente il fascicolo degli scritti a lui dedicati per commemorarne la figura in occasione degli anniversari della morte o per celebrarne il suo ricordo prendendo spunto dai temi capisaldi della pace e della non violenza. Presente documentazione che testimonia la partecipazione di Occhiofino alle diverse iniziative promosse in nome di don Tonino. Il fascicolo denominato “Fondazione don Tonino Bello” di Alessano (Le) contiene carteggio relativo al ruolo di Occhiofino quale componente del Consiglio direttivo a partire dal 2000 e successivamente quale membro nel Comitato esecutivo e nel Consiglio generale.
La militanza nelle ACLI è stata per Nicola Occhiofino un percorso lunga una vita intera, mai rinnegata anche quando gli impegni istituzionali lo hanno portato solo apparentemente lontano.
Dal 1962 al 1963 ha ricoperto la carica di segretario nazionale di “Gioventù Aclista” trasferendosi a Roma, dal 1969 al 1975 presidente provinciale delle ACLI di Bari, dal 1975 al 1981 presidente regionale delle ACLI di Puglia, dal 1982 al 1985 segretario nazionale delle ACLI a Roma.
La documentazione relativa alla serie “ACLI” risulta tuttavia esigua e generica. Sono presenti, infatti, pochi riferimenti di corrispondenza, carteggio e raccolta stampa. Presenti le relazioni da lui tenute in congressi ed eventi.
Merita menzione la serie denominata “Personale” dove sono raccolte le pagelle scolastiche, il libretto universitario, una corrispondenza amicale e di famiglia e una corrispondenza di congratulazioni ed espressioni di augurio per i risultati elettorali raggiunti alla Regione Puglia. Un altro fascicolo, infine, contiene fotografie sciolte e in album, di eventi istituzionali.
Storia istituzionale/Biografia
- Nicola Occhiofino nasce nella città vecchia di Bari il 19 marzo del 1938. Risiede nella medesima cittadina e al termine degli studi presso il Liceo-ginnasio “Cirillo” di Bari, nel 1959 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’università agli studi di Bari. Non consegue la laurea in quanto appena ventenne intraprende l'attività politica trasferendosi a Roma dove resta per alcuni anni.
Da ragazzo avvia il proprio percorso di formazione nell’Azione cattolica e nella FUCI (Federazione universitaria cattolici italiani).
Concretizza la passione e il suo amore profondo per il mondo dei lavoratori nelle ACLI (Associazione cristiani lavoratori italiani). Una militanza lunga una vita intera e mai rinnegata anche quando gli impegni istituzionali lo portano solo apparentemente lontano. Delle ACLI amava più di ogni altra cosa l'essere movimento.
Dal 1962 al 1963 ha ricoperto la carica di segretario nazionale della Gioventù aclista; dal 1969 al 1975 è stato presidente provinciale delle ACLI; dal 1975 al 1981 ha ricoperto la carica di presidente regionale delle ACLI di Puglia e dal 1982 al 1985 quella di segretario nazionale. Responsabile nazionale ACLI alla Formazione, tenne una relazione sul tema “L’unità sindacale” nell’ambito del “Corso residenziale di Formazione per dirigenti di Circolo e Giovani ACLI” svolto presso l’Oasi di Santa Fara di Bari dal 17 al 20 agosto 1967.
È stato insegnante di storia ed educazione civica presso l'istituto di formazione professionale ex CIAPI (Centro internazionale addestramento professionale industria) di Bari dal 1969 al 1982.
Rientrato a Bari, nel 1968 sposa Chiara Caporusso e con i loro tre figli Francesco, Gaetano e Gianpietro forma la sua famiglia.
Nel 1969 fu uno dei fautori della fine del collateralismo con il partito della Democrazia cristiana al congresso nazionale delle ACLI di Torino, e nel 1970 uno dei fautori della “Ipotesi socialista” al convegno di studi di Vallombrosa. Con la scelta socialista le ACLI si dividono, la CEI (Conferenza episcopale italiana) toglie gli assistenti ecclesiastici e il sostentamento economico. Occhiofino resta convinto sostenitore del nuovo percorso e al congresso delle ACLI di Bari assume la carica di presidente provinciale.
Il suo rapporto con le ACLI e più in generale con il movimento dei lavoratori sono stati per lui due capisaldi sui quali ha incrociato la sua passione politica e civile.
Convinto dell'importanza di una politica vissuta sul territorio, più volte ha rifiutato la candidatura al Parlamento italiano.
La profonda e sentita fede cristiana che lo ha animato lungo tutto il percorso della sua vita, è stata determinante non solo per la sua esperienza umana ma anche per la sua esperienza politica. Ancora di più rafforzava i temi di un socialismo democratico che nelle istituzioni lo portava sempre dalla parte degli umili, dei più poveri non subendo mai i ricatti e le mediazioni della politica. Non ha mai avuto la tessera di alcun partito infatti la sua esperienza si dipana tutta al di fuori dei partiti.
Per Nicola Occhiofino la politica, come la fede, era soprattutto testimonianza.
Indipendente nelle liste del Partito comunista italiano, animatore di Sinistra per l’Alternativa, vicino per anni alla causa dei palestinesi, nel 1986 viene eletto presidente nazionale dell'Associazione "Italia-Palestina". Nello stesso anno organizzò, durante la prima storica "Intifada palestinese", una raccolta di farmaci e una sottoscrizione volontaria per l'acquisto di una autoambulanza che lui stesso consegnò nei territori occupati.
Uomo di grande spessore intellettuale dal pensiero profondo e raffinato dalle idee espresse sempre con garbo e convinzione, amava commentare sulla stampa le sue riflessioni sulle morti bianche, sul caporalato, contro le guerre in favore di una cultura della pace e della non violenza.
Richiamava la chiesa pugliese ad assumersi le responsabilità che la realtà richiedeva.
Alla fine degli anni ottanta nasce l'amicizia carissima e significativa con don Tonino Bello, il vescovo della pace. Un altro tassello ineliminabile della sua lunga ed appassionata testimonianza politica e di fede.
Con don Tonino, figura scomoda, di frontiera, ha condiviso i temi del pacifismo, della non violenza, la convivialità delle differenze, il cristianesimo vissuto come servizio, la politica vissuta come la più alta forma di carità. Infatti è nel ruolo di vicepresidente della Regione Puglia, che con il Vescovo si renderanno protagonisti di una stagione di grande mobilitazione in difesa dei temi della pace e della non violenza.
Sono stati promotori della lotta alle "servitù militari in Puglia", hanno portato avanti la "campagna pacifista" contro la realizzazione dei poligoni di tiro nei parchi dell'Alta Murgia, nonché contro lo stanziamento dei cacciabombardieri F16 nell'aeroporto militare di Gioia del Colle (Ba).
Hanno lottato contro l'installazione di una base ONU NATO a Brindisi del quale progetto la città stessa e la popolazione pugliese alla vigilia della firma da parte del ministro Cesare Previti ne erano all'oscuro.
Comune era con don Tonino Bello intendere la terra di Puglia come "Arca di pace e non arco di guerra" un territorio liberato dalla logica delle armi e restituito alla comunità nella sua interezza e integrità.
L’esperienza di Occhiofino alla Regione Puglia si attua nella quarta e quinta legislatura (1985-1990 / 1990-1995).
Nel 1985 (quarta legislatura) è eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano e ricopre l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale e di membro della seconda e terza Commissione regionale permanente. Nel 1990 (quinta legislatura) viene rieletto al Consiglio regionale e riconfermato vicepresidente del Consiglio e membro della seconda Commissione regionale permanente.
Oltre alle predette questioni pacifiste a favore del territorio pugliese, è stato il primo firmatario della proposta di legge che istituiva la Commissione regionale per la legalità, contro la criminalità organizzata in Puglia.
Firmò la dichiarazione di intenti Puglia-Montenegro che dischiudeva nuovi orizzonti alle iniziative delle Regioni nei rapporti internazionali. Il governo Craxi impugnò la dichiarazione di fronte alla Corte Costituzionale, che diede ragione alla Regione Puglia.
Fece parte della delegazione della Regione Puglia che si recò in Albania per riallacciare i rapporti con lo Stato italiano.
La sua esperienza politica presso l'Amministrazione provinciale di Bari lo vede protagonista dal 1988 al 1999 come capogruppo di Rifondazione comunista e assessore alla Solidarietà sociale. Esplica l’attività assessorile con associazioni, fondazioni e centri culturali. La documentazione più rilevante riguarda l'associazione "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace", l'associazione di promozione sociale e culturale "Officine del Sud", con il "Movimento volontariato italiano" per la promozione della cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative, incontri, manifestazioni ed eventi sul territorio nazionale.
Nel 1996 ottiene la nomina di vicepresidente, responsabile per il Mezzogiorno, del coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani con sede a Perugia, incarico che ricoprirà per più di dieci anni.
Nel 2000 viene nominato assessore alla Provincia di Bari con delega alle politiche sociali, pari opportunità, solidarietà, immigrazione e pace. Nel 2005 è riconfermato, dopo nuove elezioni amministrative, assessore provinciale con delega alla solidarietà sociale, pari opportunità, immigrazione e pace.
Altro impegno istituzionale di Nicola Occhiofino risale al 1991 quando viene eletto, come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano, consigliere comunale presso la città di Modugno (Ba). Anche questa esperienza è impostata sui temi sociali. Per Nicola Occhiofino la questione dei giovani e il fenomeno dell'emigrazione erano evidenze importanti alla pari degli interventi urbanistici, di crescita e sviluppo per la cittadina che si discutevano in sede di Consiglio comunale.
Lasciata la vita politica ha continuato a militare attivamente nel movimento pacifista, con compiti di responsabilità nel gruppo di lavoro della marcia Perugia-Assisi, nel movimento aclista.
Nella Fondazione "Don Tonino Bello" di Alessano (Le) a partire dall’anno 2000 è membro del Consiglio direttivo e successivamente nel Comitato esecutivo e nel Consiglio generale.
Si è dedicato alla docenza di etica e politica nella "Scuola di formazione sociale e politica" dell'Associazione "Cercasi un fine".
Muore all’età di settantadue anni il 20 gennaio 2011.
Storia archivistica
- Il fondo documentario prodotto da Nicola Occhiofino è composto da carte sciolte manoscritte e dattiloscritte, da quotidiani, mensili, riviste e carteggio di vario tipo a partire dal 1985 fino al 2011 anno della sua scomparsa.
La documentazione si è presentata in buono stato di conservazione ma in disordine fisico.
L’esame ricognitivo ha evidenziato che si tratta di un fondo che si è formato dalla volontà ben precisa del soggetto produttore di lasciare memoria delle proprie attività negli svariati ambiti in cui ha operato. Sono pochissimi i materiali di raccolta.
I documenti erano raggruppati all’interno di cartelline riciclate recanti una indicazione generica e ricorrente del contenuto che si presentava tipologicamente eterogeneo e raggruppato per periodi temporali a volte di mesi, a volte di qualche anno (tale criterio fisico di conservazione ha agevolato la datazione presunta per quei documenti privi di indicazioni croniche).
Nella prima fase lavorativa è stato eseguito lo smembramento dei fascicoli composti dal soggetto produttore procedendo, poi, alla ricollocazione tematica dei materiali. I fascicoli così composti hanno dato corpo alle serie.
È seguita la schedatura dei fascicoli e dei singoli documenti con l’inserimento dei contenuti acquisiti nel database “Archiui”.
Con l’intervento lavorativo conclusivo i fascicoli numerati sono stati condizionati all’interno di idonee scatole atte alla loro conservazione ed, altresì, per il reperimento.
Il fondo archivistico così strutturato, fornisce informazioni rilevanti che ben delineano il vissuto del soggetto produttore storicamente contestualizzato.
Il fondo è composto dei documenti attinenti all’attività professionale, all’ambito della politica (Regione Puglia, Amministrazione provinciale di Bari e Consiglio comunale di Modugno), all’impegno da lui condotto e sostenuto nelle ACLI, con le tantissime associazioni impegnate nel sociale e nel volontariato per promuovere la pace e la giustizia umana. Presente documentazione sulla figura di don Tonino Bello, per quel rapporto significativo nel percorso di vita di Occhiofino.
La passione per lo studio e la lettura si evince tutta dalla cospicua presenza dei documenti relativi agli interventi negli eventi pubblici, nei comizi politici, nei congressi.
La passione per la comunicazione emerge dalla considerevole raccolta di stampa locale sulla quale Occhiofino pubblicava sistematicamente articoli dei quali aveva spesso conservato anche la stesura manoscritta o dattiloscritta (in qualche caso entrambe). È sembrato opportuno, procedendo con un lavoro di reperimento nel fondo stesso, collocare, dove presente, la bozza dell’articolo all’interno del giornale corrispondente.
Il fondo è stato dichiarato di particolare interesse storico dal Ministero per i beni e le attività culturali Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Puglia e la Basilicata con decreto del 24 aprile 2023.
Modalità di acquisizione
- Il fondo archivistico di Nicola Occhiofino è stato donato alla Fondazione Giuseppe Di Vagno di Conversano (Ba) per volontà dei suoi tre figli Francesco, Gaetano e Gianpietro nel 2023.
Il materiale documentario è stato consegnato all'interno di contenitori. I documenti erano raggruppati per mano dello stesso soggetto produttore, all’interno di cartelline riciclate recanti una indicazione generica e ricorrente del contenuto. Pochi i fascicoli tematici composti.
Criteri di ordinamento
- Il fondo archivistico di Nicola Occhiofino è stato ordinato in una unica fase lavorativa.
Il lavoro archivistico finale presenta il fondo organizzato in tredici serie.
Struttura
- Il fondo è formato dalle seguenti serie:
- ACLI (Associazione cristiane lavoratori italiani)
- Attività alla Regione Puglia
- Attività nell’Amministrazione provinciale di Bari
- Attività al Consiglio comunale di Modugno
- Realtà associative e do movimento
- Comizi e discorsi politico-celebrativi
- Discorsi pubblici
- Convegni e seminari
- Don Tonino Bello
- Riviste con suoi articoli
- Monografie di Nicola Occhiofino
- Raccolta stampa
- Personale